I percorsi

La visita ha inizio al piano terra, dove viene sviluppato il tema “Manifestazioni del sacro. I santuari megalitici dell’età del Rame”. Qui, in una serie di ambienti voltati di grande pregio architettonico, con un ampio porticato posto sulla facciata dell’edificio e l’aggiunta di una tensostruttura sul retro, sono esposte le numerose stele e massi-menhir istoriati provenienti dai santuari megalitici dell’età del Rame (IV-III millennio a.C.), frutto di scoperte effettuate in anni recenti in Valle: Cemmo, Bagnolo, Ossimo-Anvoia e Ossimo-Pat. Si tratta di reperti di particolare suggestione e, in alcuni casi, di imponenti dimensioni (come le stele Cemmo 9 e Pat 4), che rendono la Valle partecipe dell’esteso fenomeno del megalitismo europeo.

il primo pianoIl percorso prosegue al secondo piano dove, in un ampio e scenografico salone, sono illustrate le sezioni dedicate alla cultura materiale. La prima parte illustra il tema de “Il primo popolamento della Valle nel Paleolitico e Mesolitico” con la capanna del Paleolitico Superiore (oltre 13.000 anni fa) scoperta in riva al fiume a Cividate Camuno e gli accampamenti stagionali in alta quota del Mesolitico.

Dopo la “Neolitizzazione e la trasformazione dell’ambiente” segue l’ampia sezione “Gli abitati” dedicata agli insediamenti, fondati spesso in posizione strategica, a controllo delle vie di transito e delle risorse. Sorti nel Neolitico Recente (IV millennio a.C.), in alcuni casi perdurano per secoli come il Coren Pagà di Rogno, Luine di Darfo, il Castello di Breno, Cividate Camuno-Malegno o Dos de l’Arca di Capo di Ponte. Altri invece sorgono nell’età del Ferro e sembrano avere durata limitata come Val Camera di Borno, Berzo Demo e, nell’Alta Valle, Temù.

il secondo pianoIn alcuni casi gli insediamenti paiono avere carattere stagionale, connesso a pratiche di alpeggio e di transumanza, oppure sembrano legati ad attività minerarie e metallurgiche. Questi temi sono sviluppati nella sezione “I luoghi del lavoro”, dove sono esposti i materiali delle fosse per la fusione dell’officina di Malegno-Via Cavour e quelli per l’estrazione del minerale rinvenuti a Bienno-Campolungo e a Cevo-Dos Curù.

Un argomento affascinante è quello della scrittura camuna, la cui origine e diffusione in Valle è ancora discussa: iscrizioni in alfabeto camuno, derivante dall’alfabeto etrusco con adattamenti e introdu­zioni locali, sono note non solo su rocce all’aperto ma anche su massi mobili (Cevo-Dos Curù) e su frammenti ceramici (Dos de l’Arca).

Segue poi l’importante tema de “Le sepolture”. I rinvenimenti archeologici legati al mondo funerario non sono numerosi, anche se la Valle Camonica offre significativi dati per ricostruire la complessa concezione della morte nell’età del Rame, con i ripari sotto roccia (Riparo 2 di Foppe di Nadro) e i santuari con stele, dove si trovano tumuli e circoli votivi con deposizione di offerte (Ossimo-Pat) e resti bruciati di ossa umane (Ossimo-Anvòia; Cemmo). La pratica dell’inumazione è invece testimoniata nell’età del Ferro nella necropoli di Breno-Val Morina (V-IV sec. a.C.).

A conclusione del percorso espositivo, in un’ideale ripresa della sezione a piano terra, sono illustrati gli “Aspetti e luoghi di culto nella protostoria”, indiziati spesso da ritrovamenti sporadici di manufatti in bronzo: si tratta di oggetti offerti alle acque (Lago d’Arno) o deposti in luoghi d’alta quota (Passo del Mortirolo). Ad essi si affianca la pratica dei roghi votivi con sacrificio di animali, deposizione di offerte e libagioni (Capo di Ponte-Le Sante) che richiama i Brandopferplätze noti nell’arco alpino centro-orientale.